8/19/2011

Micronazioni: tra Ladonia e il Principato di Sealand

Spesso abusive e sicuramente controverse; oggetto di una continua “battaglia” tra chi le occupa e lo stato che (almeno in teoria!) le possiede. Sono le cosiddette “micronazioni” o “micro paesi”, piccole entità territoriali non riconosciute ufficialmente dai governi internazionali.

La città libera di Christiania, di cui abbiamo già parlato, è un esempio – anche se atipico - di micronazione.

E come si fonda una micronazione?

Pare semplice: uno sparuto gruppo di persone decide di recarsi in un posto (geograficamente ridotto - se non minuscolo!) e fondare un paese. Gli ingredienti di base ci sono tutti: cittadini, istituzioni ufficiali ed un territorio. Lo scopo non è l’autodeterminazione, ma spesso l’intrattenimento personale, l’arte e la provocazione.

È questo il caso del Principato di Sealand, forse la micronazione più famosa, fondata nel 1967 su una vecchia piattaforma abbandonata al largo della costa del Suffolk, in Inghilterra. Roy Bates e famiglia, gli occupanti, hanno persino coniato la propria moneta, rilasciato passaporti ed inventato un motto per l’isola: "E mare libertas", la libertà viene dal mare. La bandiera di Sealand sventola sulla piattaforma ed è in vendita – il famoso sito di torrent The Pirate Bay pare abbia tentato di comperare il Principato, senza successo però.

Principato di Sealand. Foto di Flickr di octal

Ladonia invece si trova invece lungo la costa sud della Svezia, nella riserva naturale di Kullaberg. Qui, l’eccentrico artista Lars Vilks, nel lontano 1980, costruì due sculture di legno, chiamate Nimis (“troppo” in latino) e Arx (“arco”). La più famosa, Nimis, è formata da una serie di strutture piramidali, tanti ceppi di legno legati insieme.
Non appena le autorità svedesi vennero a conoscenza della presenza di queste bizzarre “strutture”, le classificarono come edifici, ordinandone la demolizione…che non è mai avvenuta. Ladonia fu proclamata in seguito alla protesta dell’artista nei confronti della decisione delle autorità, gesto che ha aperto una battaglia legale che dura tuttora. Una micronazione viene anche definita come “stato virtuale”, perché esiste ufficialmente solo su internet – e nella mente del suo fondatore. Ma come spiegare allora lo status di Ladonia? È stata non solo fondata in un territorio nazionale, ma addirittura in un’area protetta; ed è ancora nello stesso posto più di dieci anni dopo, divenendo addirittura un’attrazione turistica.

Ladonia: Nimis. Foto su Flickr di Jens Christoffersen

E l’Italia? Anche noi abbiamo avuto una nostra “micronazione”: l’Isola delle Rose era una piattaforma costruita al largo della costa adriatica, dove nel ’68 l’ingegner Rosa fondò la Repubblica Esperantista dell'Isola delle Rose. L’esperimento durò poco: nei due mesi successivi la sua fondazione, le forze dell’ordine la occuparono e ne ordinarono la demolizione. Leggete la storia dell'Isola delle Rose su Wikipedia.

Isola delle Rose, foto su Wikipedia.

Oggi, nella home page della bizzarra organizzazione Seasteading Institute, campeggia la seguente mission: “proseguire nello stabilimento e la crescita di comunità oceaniche permanenti ed autonome, rendendo possibile l’innovazione grazie a nuovi sistemi politici e sociali". Lo scopo del Seasteading Institute è quello di creare nuove società letteralmente in mezzo al mare: creare delle vere e proprie “città galleggianti” (“floating cities”) in cui sarà possibile sperimentare nuovi modelli di società. Riusciranno nella loro impresa? Leggete gli aggiornamenti del loro sito per scoprirlo.

Christiania, in Danimarca. Foto su Flickr di Edoardo Rebecchi

Christiania: scritta sull'arco al momento dell'uscita dalla città libera. Foto di Ariaski su Flick

Francobolli dell'Isola delle Rose. Sull'Isola delle Rose si parlava esperanto!
Ed ecco una lista delle micronazioni su Wikipedia.

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