Ecco l'articolo su Repubblica.
Questa piccola “città nella città” è una comunità fondata all’inizio degli anni ’70 in una serie di caserme abbandonate, proprio di fronte alla celebre statua della Sirenetta di Copenhagen.
Le case abbandonate negli anni '70 potevano essere “rivendicate” come proprie semplicemente pitturando la scritta “Optaget” (“Occupata”) sulla porta. Una ex residente ricorda su Virtualtourist la nostalgia della propria infanzia trascorsa a Christiania:
“Le mie estati a Christiania sembravano non finire mai - nuotavamo e andavamo sul canale con le canoe, saltavamo dal ponte rotto a metà, cavalcavamo i cavalli senza sella, mangiavamo cibo organico e vivevamo avventure fantastiche lungo le vecchie fortificazioni”.
Ora gli abitanti pagano l’affitto, che serve per la manutenzione generale dell’area.
Christiania, simbolo di una vita alternativa alle nostre abitudini frenetiche, è diventata un’attrazione turistica in sé e per sé; all’entrata un cartello di legno recita “Christiania”, sul cui retro però si legge la frase significativa “You are now entering the EU” (“state per entrare nell’Unione Europea”).
Nel quartiere vi sono ristorantini vegani, bancarelle di prodotti locali, negozi che vendono prodotti organici e provenienti dal commercio equo e solidale, un mercato di frutta, un negozio di souvenir, una panetteria e il famoso negozio di biciclette di Christiania – divenuto famoso anche perché non sono ammesse auto all’interno della comunità.
Non mancano i locali e le gallerie d’arte; c’è anche un teatro e una stazione radio. Tra i locali in cui è possibile sentire musica dal vivo, c’è il Musikloppen, uno dei più in voga della capitale.
A Christiania l’uso e la vendita di cannabis è tollerata, anche se è severamente vietato l’uso di droghe pesanti, nonché di armi; non vi sono automobili, né illuminazione artificiale lungo le strade. Il quartiere ha una propria bandiera e gode di uno status amministrativo speciale, in quanto la municipalità di Copenhagen ha ceduto parte dei suoi poteri alla comunità nel 1989.
Le foto sono vietate, soprattutto lungo la celebre “Pusher Street”, ma una visita, per chi si trova a Copenhagen, è decisamente consigliata. Vi sono tour guidati o vi si può entrare liberamente: la zona pullula di artisti e personaggi di ogni sorta.
C’è anche una bella chiesa, chiamata la Church of Our Saviour (“Chiesa del nostro Salvatore”), famosa per la sua punta quasi da castello delle fiabe – culmina in una spirale. La leggenda metropolitana vuole che l’architetto che l’ha progettata si sia suicidato dalla sua torre, una volta realizzato che la spirale gira in senso sbagliato – antiorario.
Per saperne di più sulla controversa storia di Christiania, vi consigliamo di dare un’occhiata alla pagina di Wikipedia.
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Foto @yezdk su Flickr |
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