9/29/2011

Viaggiare con il cane: tutti i consigli utili

Dagli hotel “pet friendly” ai consigli per rilassare Fido in auto: ecco come fare per assicurare al vostro cane un viaggio senza stress


Portare il cane in vacanza può rivelarsi un’esperienza straordinaria e un’occasione per rafforzare il legame con il padrone, a patto che al vostro cane piaccia “esplorare” e sia ben addestrato.

Foto su flickr di gebodogs

Pianificare con anticipo
. L’essenziale, per una vacanza con Fido, è prenotare con anticipo e pianificare la vostra vacanza. Un itinerario on the road può essere entusiasmante per cane e padrone, ma va pianificato con grande attenzione per i dettagli: se andate al mare, avete pensato a quali spiagge permettono l’ingresso agli animali? Se la spiaggia è libera, non è detto che l’ingresso sia automaticamente consentito.

Prima del viaggio. Sicuramente avrete portato il cane in giro in macchina almeno qualche volta – dal veterinario, al parco, dagli amici o a trovare parenti o familiari. La domanda che rimane è: per quanto tempo? Prima di imbarcarsi in un viaggio on the road, sarebbe meglio assicurarsi al 100% che il vostro cane riesca a sostenere un viaggio lungo senza problemi.

Se il vostro cane sale in macchina solo per il veterinario, e di solito non ama particolarmente andare dal veterinario, sarà sicuramente inquieto: cercate di portarlo in giro in macchina per qualche viaggio breve prima della vostra vacanza, in modo da abituarlo.

Inoltre, prima di partire, portate il cane fuori per una passeggiata di almeno un quarto d’ora. Questo eviterà di farvi salire in macchina con un cane eccitato ed iperattivo!

Durante il viaggio. Pianificate stop frequenti. È vero che, quando si è in viaggio, si pensa solo ad arrivare a destinazione il prima possibile. In viaggio con un cane, questo non è semplicemente possibile: fermatevi all’autogrill o a lato della strada per fargli sgranchire le gambe e ricompensatelo con un bocconcino per la buona condotta.

Ricordatevi di dare al vostro cane ampio spazio, acqua e aria. Lasciate i finestrini socchiusi durante la corsa, oppure accendete l’aria condizionata dietro, se possibile. Se il vostro amico a quattro zampe ha una coperta o un giocattolo preferito, portatelo con voi.

Da mettere in valigia. Portate con voi, oltre ovviamente a cibo e acqua, i seguenti oggetti indispensabili:


  • Guinzaglio di scorta
  • Ciotole per il cibo e per l’acqua
  • Qualche giocattolo per passare il tempo
  • Bocconcini
  • Sacchetti per i bisogni
  • Kit di pronto soccorso


In rete è pieno di risorse per chi vuole andare in vacanza con il cane. Per fare una ricerca e trovare tutte le strutture “pet friendly, in Italia e all’estero, vi consigliamo i seguenti siti: Dogwelcome.it, Vacanzebestiali.org e Iopossoentrare.it.

9/23/2011

Le auto dei film: dalla DeLorean alla Batmobile!

Le auto che ci hanno fatto divertire ed emozionare! Dopo gli inseguimenti in auto nel cinema, questa volta è il turno delle auto più famose dei film!

DeLorean, DMC-12, Ritorno al futuro. Quest’auto suscita nostalgia solo a pensarci. La mitica DeLorean, con le sue portiere ad ali di gabbiano, che poteva viaggiare nel tempo, con Doc al volante e Marty McFly - Michael J. Fox sul sedile del passeggero, nella celebre trilogia di Ritorno al Futuro.
Curiosità. Esistono tre modelli di DeLorean placcati in oro, uno solo dei quali con cambio manuale; una DeLorean dorata è in mostra al National Auto Museum di Reno, in Nevada.

Photo Credits a nonstop80s.blogspot


Batmobile. L’auto di Batman non poteva certo mancare nella nostra classifica. Nel corso degli anni, tra film, telefilm e serie animate, la Batmobile rimarrà sempre un’icona del genere.

Batmobile: la Tumbler di Batman Begins

Hazzard, 1969 Dodge Charger. Gli inseguimenti in auto con la Dodge charger che sfreccia e salta per le strade poverose delle campagne della Hazzard Country, i cugini Bo e Luke alla guida: queste sono le immagini che ci vengono in mente quando pensiamo ad Hazzard, il telefilm dei tardi anni ’7 (estremamente popolare tuttora!).

Photo Credits seriouswheels
Ghostbusters, Ectomobile.  L’auto leggendaria degli acchiappa fantasmi, nome in codice Ecto-1, è un modello di Cadillac Ambulance che nel primo film viene acquistata dai quattro e trasformata nella “Ectomobile”. Memorabile la scena in cui l’auto entra in azione per la prima volta: il portone dell’edificio si spalanca e la Ectomobile esce a tutta velocità e a sirene spiegate.

Photo Credits a cineawesome
Kitt. L’auto-McGyver che sa fare praticamente di tutto. Bei tempi quelli in cui David Hasselhoff interpretava Michael Knight, alla guida dell’auto più high-tech del mondo. Un’auto che non ha certo bisogno di presentazioni. Kitt era una Pontiac Firebird del 1982; indistruttibile, parlava grazie ad un sintetizzatore vocale e (chiaramente) si guidava da sola.

Photo Credits speechtechblog

Bluesmobile, 1959 Cadillac Ambulance. Il duo più stiloso del cinema, i Blues Brothers, è inseparabile dalla loro Bluesmobile, una Cadillac del ’59. A bordo della Bluesmobile, Dan Aykroyd e John Belushi hanno fatto irruzione in un supermercato “che vendeva di tutto”, hanno scaraventato i “nazisti dell’Illinois” in un fiume e scorrazzato in lungo e in largo a ritmo di blues e soul.



Mini Cooper, the Italian Job (e Mr Bean!). in qualsiasi forma e colore, la Mini Cooper è stile allo stato puro! A noi piacciono più le mini dell’originale The Italian Job del ’63, ma lasciamo gli occhi anche su quelle del remake del 2004: imperdibile la scena in cui le mini scendono dalle scale della metro a tutta velocità, con le loro strisce bianche sul cofano.



C’è però un modello di mini che le batte tutte: la mini di Mr Bean! Eccolo mentre guida dal tetto, seduto comodamente in poltrona: che classe!

Mini Cooper di Mr Bean. Photo credits chrisescars
Starsky e Hutch. La Ford Gran Torino è un’auto celebrata in molti film e serie televisive. Resa famosa dalla serie televisiva degli anni ’70, il film del 2004 con protagonisti l’irresistibile duo formato da Owen Wilson e Ben Stiller l’ha riportata sui nostri schermi.

Photo Credits listsoplenty
Christine, la macchina infernale. Questa Plymouth Fury del 1958, protagonista dell’omonimo thriller di Stephen King, è la macchina più diabolica al mondo.

Phot credits a dreamagic

9/21/2011

In Mali per la Biennale di Fotografia Africana di Bamako

Quando si parla di Biennale dell’arte contemporanea, la prima che viene subito in mente è la Biennale di Venezia, ma nessuno potrebbe mai pensare che in Africa a Bamako, capitale del Mali, possa esservene una di fotografia africana di altrettanto livello culturale. Giunti oramai alla loro nona edizione, i Rencontres de la Photographie Africaine, richiamano migliaia di persone da tutto il mondo, tra addetti ai lavori, fotografi e giornalisti, curatori e critici, collezionisti, appassionati, avventori o semplici viaggiatori che approfittano dell’evento per trovare un pretesto, direi un ottimo pretesto, per viaggiare in Mali in questo periodo.


Che la Biennale fotografica abbia trovato in Bamako la sua sede ideale, non é certo un caso, se si considera che il più grande fotografo africano di tutti i tempi ha visto i natali qui.
Ed è proprio grazie alla sinergia creatasi tra Malick Sidibé e la Biennale, se la fama di entrambe, fotografo ed evento, ha potuto galoppare a livello internazionale nel corso degli ultimi venti anni, facendo conquistare all’uno un brillante posto a fianco a mostri sacri della fotografia come Newton o la Liebovitz e all’altro una platea e una vetrina di tutto rispetto tra gli eventi dell’arte contemporanea internazionale.

Di Malick Sidibé restano celebri e ripetutamente esposti a New York, Roma, Londra, Tokyo e alla Fondazione Cartier di Parigi, i suoi reportage in bianco e nero, una straordinaria testimonianza sulla ‘dolcevita’ bamakese e sui cambiamenti della società maliana dell’immediato post-colonialismo.

 Visitare il Mali in questo periodo dell’anno (la Biennale 2011 inaugurerà il 1 novembre e le principali esposizioni, vernissage, atelier, proiezioni, dibattiti e workshop più interessanti si concentreranno tutti nella prima settimana di apertura), significa avere la possibilità di trasformarsi da semplici turisti o viaggiatori, in attori principali di una comprensione e promozione culturale, che è tra le basi e l’essenza del turismo durabile, solidale e responsabile.

 Kanaga Adventure Tours non poteva certo mancare all’appuntamento, con un viaggio interamente dedicato alla fotografia. Un workshop itinerante (link al programma in PDF), sotto la direzione artistica del fotografo Luigi Corda, che tocca le mete più interessanti del Mali, non prima di aver partecipato alle serate inaugurali della Biennale e aver preso ispirazione dai più grandi fotografi africani contemporanei.



 Tutto il meglio del Mali da vivere e fotografare: la vivace vita di Bamako, le tradizioni e i bei paesaggi del Pays Manding, il languido lungofiume nella cittadina coloniale di Ségou, Mopti soprannominata la ‘Venezia del Mali’, dove il fiume Niger incontra il fiume Bani, l’antica città di Djenné con le sue straordinarie architetture di fango e la magica terra animista del Pays Dogon, dove il tempo è rimasto immutato. Un viaggio insolito alla scoperta di questo incredibile paese, fatto di scenari desertici alternati alle verdi colline di mango e alle fertili sponde del fiume Niger, costellato di falesie frastagliate e antichi villaggi; un paese dove una moltitudine di etnie convive pacificamente, ciascuna con le proprie origini ancestrali, fatte di riti e saperi antichi, tradizioni immutate fino ai giorni nostri; ma anche un paese in continuo fermento, dove la vivace e movimentata contemporaneità è ricca di eventi culturali e arte, tutti da scoprire.

Caterina Manca di Villahermosa


Djenné, Mali
Tramonto sul fiume Niger, Mali

Gli inseguimenti in auto nel cinema: la nostra top 7

Per un mercoledì carico di adrenalina, ecco una top 7 degli inseguimenti in auto più emozionanti del cinema – una top 7 che vuole essere più una “raccolta” dei più spettacolari, in ordine di produzione…per non offendere i nostri viaggiatori cinefilli =)

Abbiamo preferito scegliere tra i film più recenti…con qualche eccezione che era d’obbligo includere, come la numero uno:

The Italian Job (1963)

Iniziamo con un classico, The Italian Job, con uno degli inseguimenti più cool della storia del cinema – non solo per via delle Mini Cooper! Osservare Michael Cane che ci fa mangiare la polvere, alla testa della sua colorata squadra di Mini per le strade di Torino, è sempre indimenticabile.
Aneddoto: molte delle auto “parcheggiate” appartengono a conducenti "veri", bloccati nel traffico (e nemmeno troppo felici della cosa); molte delle strade principali furono bloccate per girare il film!

La Mini Cooper rossa sfreccia per Torino nell'originale The Italian Job del 1963.

I Blues Brothers (1980)

Il brillante duo-icona rappresentato da John Belushi e Dan Aykroyd sfugge all’ira dei poliziotti di Chicago lanciandosi in un centro commerciale a tutta velocità, tra gli strilli dei presenti e oggetti che volano da tutte le parti. In un’altra memorabile scena, il duo più stiloso e impaziente del cinema decide tagliare un posto di blocco passando in mezzo ad una manifestazione nazista e scaraventando i manifestanti nel fiume (“Io li odio i nazisti dell’Illinois!”).

Il duo più cool del cinema sfugge ai poliziotti nella Bluesmobile

Altrettanto memorabile è la scena parodia in cui i due nazisti cadono in auto dal burrone “à la Thelma e Louise”.

Mad Max 2 (1981)

Ambientato in un futuro post apocalittico in cui il carburante scarseggia, il sequel di Mad Max culmina con un Mel Gibson pieno di lividi e ammaccature, mentre viene inseguito su un camion cisterna pieno di benzina. L’inseguimento fu considerato così pericoloso che allo stuntman fu proibito di mangiare fino a 12 ore prima di girare la scena, in caso dovesse essere sottoposto ad un eventuale intervento chirurgico di emergenza.

Mad Max 2, 1982

Ronin (1998)

Il questo thriller gli inseguimenti in auto non mancano, ma il primo premio se lo aggiudica la scena in cui Robert De Niro e Jean Reno si lanciano per le strade di Parigi, alle calcagna di Deirdre (Natascha McElhone): non sarete sorpresi di sapere che uno degli stuntman alla guida era Jean-Pierre Jarier, ex pilota di Formula 1
Reno e De Niro in Ronin: uno guida, l'altro spara

The Bourne Identity (2002)

Il primo film della serie finisce su questa lista per la scena in cui Matt Damon precipita la sua Mini Cooper giù per una ripida scalinata per sfuggire ai suoi inseguitori. Un classico!

Scena simbolo di The Bourne Identity: la Mini scende  dalla scalinata

Death Proof (2007)

Non poteva mancare uno degli ultimi film del maestro del pulp Quentin Tarantino. Tre ragazze si lanciano in auto e una di loro si gode il brivido della velocità in bilico sul cofano, aggrappata solo a due cinture dei pantaloni.  Il gioco si fa veramente pericoloso quando il sociopatico “Stuntman Mike” (Kurt Russell) cerca di speronarle. Tuttavia, presto le vittime si trasformano in persecutori  dando inizio ad una serie di inseguimenti che vi terranno con il fiato sospeso.
L'adrenalina scorre in Death Proof, 2007

Batman – Il cavaliere oscuro (2008)

Questa scena adrenalinica vede l’eroe della Marvel alle prese con bazooka, blindati e persino elicotteri all’inseguimento del folle Heath Ledgers, a detta di molti il Joker meglio interpretato della serie. E la Batmobile non è certo un’auto qualunque!

Effetti speciali a go go in Batman, The Dark Knight, 2008

Altri inseguimenti storici da non dimenticare sono sicuramente: Vanishing Point (1971), Vivere e morire a Las Vegas (1985), Bullit (1968), Il braccio violento della legge (1971), Fuori in 60 secondi (2000), Solo per i tuoi occhi (1981, un film di James Bond non sarebbe un film di James Bond senza un inseguimento in auto) e molti altri ancora.

Ne ricordate qualcuno in particolare da aggiungere alla lista?

9/19/2011

Napoli in un giorno


Visitare Napoli in un giorno non è certo cosa facile...Se il tempo però scarseggia, ecco compilata per voi quest’utile mini guida: Napoli in un giorno!

Il centro storico di Napoli è uno dei più grandi d’Europa ed è praticamente un museo a cielo aperto. Ecco perché è facile “perdersi” tra le sue viuzze!

Prendete la Spaccanapoli come riferimento. Chiaramente visibile anche dall’alto, la Spaccanapoli è una delle vie principali della città: parallela alla costa, parte dalla zona collinare ad ovest fino a raggiungere quasi Piazza Garibaldi. Attraversa alcune tra le vie storiche di Napoli, come San Biagio dei Librai, via Benedetto Croce e via Forcella: sulla via si affacciano alcune tra le chiese più importanti della città, tra cui San Domenico Maggiore, Santa Chiara e la Chiesa del Gesù Nuovo, ma anche palazzi (Palazzo Venezia e Palazzo Petrucci su tutti) e alcune piazze storiche (piazza San Gesù e Piazza San Domenico).
Come se non bastasse, la strada è costellata di botteghe di artigiani (come il pittoresco Ospedale delle Bambole) e, sotto Natale, non perdetevi il mercato dei presepi nella zona di San Gregorio Armeno, dove la Spaccanapoli si interseca con Via dei Tribunali.

Qualche bella foto della Spaccanapoli qui.

In questa bella fotografia della Spaccanapoli, con la tecnica tilt-shift Napoli sembra quasi una miniatura.

Ed è proprio in via dei Tribunali che si trovano il Duomo (Duomo di San Gennaro, con le sue Catacombe) e Castel Capuano, altre tappe imperdibili.

A sud della Spaccanapoli troviamo alcune tra le attrazioni che hanno reso Napoli famosa in tutto il mondo, tra le quali la celeberrima Piazza del Plebiscito. Prima di arrivare vicino al lungomare però, vale la pena fermarsi a visitare il Monastero di Santa Chiara, con il suo bellissimo Chiostro ed incamminarsi per via Toledo, alla cui sinistra della mappa si trova il particolarissimo Quartiere Spagnolo.

Scorcio del Quartiere Spagnolo, Napoli. Foto di Τηλέμαχος (Telémaco) su Flickr.
Ci avviciniamo verso il lungomare; fate tappa in Piazza del Municipio, proseguite lungo via Toledo attraversando piazza Trento e Trieste, per arrivare finalmente in Piazza del Plebiscito. Qui le cose da vedere sono tante. Il Palazzo Reale, il Teatro San Carlo e Castel Nuovo (chiamato anche Maschio Angioino) sono tutti dei must, anche solo se ammirati dal di fuori.
Ultima tappa è Castel dell’Ovo. Splendida la vista che si gode sia dal Castello (il più antico di Napoli, per altro), sia dalla costa (via Partenope).

E la sera a cena in uno dei ristorantini del lungomare, su Via Partenope oppure via Caracciolo.

E se vi rimane ancora un po' di tempo? Ecco cosa vedere.

Napoli sotterranea. Vale la pena dedicare un paio d’ore al tour guidato che vi porterà alla scoperta delle gallerie di tufo che scorrono nel sottosuolo cittadino. Si accede da Piazza San Gaetano e il tour dura circa un’ora. Dall’ingresso si passa ad una scala dove più di cento gradini vi porteranno a 40 metri di profondità.

Ingresso della Napoli sotterrane. Foto su Flickr di Ele86

Acquario di Napoli. Si trova sul lungomare ed è un’ottima soluzione per le famiglie!

Belvedere. Godetevi la vista della città salendo sulle rampe della Chiesa di Sant’Antonio, dal Belvedere più famoso della città. Arrivateci attraversando via Caracciolo a piedi. Un’altra zona panoramica è Castel Sant’Elmo, al quale si arriva prendendo la funicolare da Montesanto. Aspettatevi un panorama indimenticabile sulla Spaccanapoli, il Vesuvio e il centro storico.

Vista su Capri da Castel Sant'Elmo. Foto su Flickr di Musafira al-Ahlam 
I giardini. Napoli è famosa per le sue ville monumentali e i giardini lussuosi che le accompagnano. Non c’è che l’imbarazzo della scelta: abbiamo l’Orto Botanico (anche se un po’ lontano dal centro: la metro più vicina è Piazza Cavour), Villa Pignatelli (lungo la Riviera di Chiaia), la Villa Comunale e la Villa Floridiana. Per tanti altri suggerimenti date un’occhiata qui.

Ospedale delle Bambole, Napoli. Altre foto s questo belllissimo set tiflosourtis

Stencil nel Quartiere Spagnolo di Napoli. Foto su Flickr di m.costetti
Foto di Musafira al-Ahlam, su Flickr

9/16/2011

Viaggio etnografico alla scoperta del Mali



Un viaggio etnografico alla scoperta delle origini del Mali

Il Mali è conosciuto ai più per essere annoverato tra la triste classifica dei paesi più poveri al mondo, ma non tutti sanno che è anche uno dei paesi più ricchi di popoli, lingue e tradizioni, un crocevia di culture ed etnie diverse che convivono pacificamente, nonchè il punto di congiunzione tra le due ‘Afriche’, quella del nord e quella subsahariana.

Tutto questo fa del Mali uno dei nuovi simboli universali di rispetto e di dialogo tre le diversità culturali e lo rende uno dei paesi più interessanti dell’Africa dell’Ovest.

Baobab in Mali, Africa dell'Ovest.
Per comprendere a fondo il Mali bisognerebbe risalire alle sue origini, e la culla della civiltà maliana si trova tra le verdi colline del Pays Manding.
Oggi questa regione è sconosciuta alla maggior parte dei viaggiatori che visitano il paese e raramente viene inclusa tra gli itinerari di viaggio creati dall’industria turistica internazionale, che preferisce mète più famose, come la terra animista dei Dogon, la straordinaria moschea in banco (fango e paglia) di Djenné o la misteriosa città di Timbuktu, la porta del deserto.
Ma il cuore dell’odierno Mali ha cominciato a battere tra le magiche conformazioni rocciose e le fitte foreste di manghi del Pays Manding:



E’ qui che l’Impero del Mali prese origine nel XIII secolo ad opera del valoroso generale Soundjata Keita; è qui che i griots, i depositari della tradizione orale, cominciarono a cantare le gesta di questo popolo e pronunciarono la prima carta dei diritti dell’uomo alla fine del 1222; è in questo straordinario ambiente naturale che la magia animista degli stregoni, dei feticheurs, dei guaritori si è espressa in tutta la sua più profonda carica mistica, che le ha permesso di tramandare intatta fino ai giorni nostri la sua originaria potenza spirituale.

Partendo da Bamako, in un’ora di macchina si arriva nella cittadina di Siby, principale centro abitato ai piedi della falesia del Mandé.
Qui una piccola comunità rurale, vive di tradizioni antiche, riti ancestrali e credenze mistiche. Tra gli abitanti, un’associazione di guaritori tradizionali si tramanda di generazione in generazione i saperi della medicina naturale, in cui la magia ha un ruolo fondamentale.
In Mali, Africa dell'Ovest, tra magia e scienza
Sono i tradi-terapeuti di Siby che da centinaia di anni trattano e curano le malattie autoctone, con preparati naturali, ottenuti dalle piante officinali della savana e riti magici, divinazioni, attraverso i quali il ruolo del guaritore mantiene la sua antica interazione psicologica, spirituale ed energetica con il malato, interazione fondamentale nel processo di guarigione e che la medicina moderna sembra aver dimenticato.

Un viaggio etnografico con Kanaga Adventure Tours (Ecco il link al programma di viaggio Kanaga etnomedicina, in PDF) alla scoperta di queste radici culturali, della medicina tradizionale e dei saperi ancestrali di questa terra straordinaria, costituisce un’esperienza unica e irripetibile; esperienza arricchita ulteriormente dagli straordinari paesaggi della brousse, la savana del Sahel, dai panorami mozzafiato sulle foreste di manghi e dagli strapiombi vertiginosi delle falesie, tra cui svettano archi naturali e guglie di roccia rosso fuoco; tra verdi colline, limpide cascate, fiumi e laghi incontaminati, dove immergersi, praticare il kayak e la scalata su roccia o trekking a piedi e in bicicletta.

Tutto questo e molto di più si trova al Pays Manding.

Caterina Manca di Villahermosa

Arco di Kamandjan, Mali, Africa dell'Ovest

9/15/2011

Gattofili, unitevi! L’isola dei gatti e il Nyan da Cafe

Gattofili di tutto il mondo, unitevi.

Se ci fosse una tipologia di turismo dedicato agli amanti dei gatti, i posti obbligatori da segnare sulla lista sarebbero già tre.

Il primo è un caffè a tema… Il secondo “l’isola della gattara pazza”. Il terzo, un tempio dedicato al culto dei nostri amici pelosi.  Vediamoli con ordine!

Il Nyan da Cafe si trova a Tokyo e per sedervi a bere un caffè dovrete prima passare attraverso le temibili fauci di un enorme e fumettoso gatto rosa. All’interno i clienti avranno la possibilità di accarezzare ben 40 gatti, mentre sorseggiano una bevanda o sgranocchiano una fetta di torta. Leggete l’articolo di ilturista.info oppure il resoconto del The Australian (in inglese).

Nyan da Cafe, Tokyo.

Dopo esservi rinfrescati con un bel tè al Nyan da Cafe, circondati dai vostri amici preferiti, è tempo di sgranchirsi le gambe e visitare l’isola dei gatti, a soli 40 minuti di traghetto dal porto di Ishinomaki – che a sua volta si trova a circa quattro ore di treno da Tokyo. Dettagli…

L’isola di Tashirojima, in Giappone, è detta  anche “Cat Island” (Isola dei gatti) ed è abitata all’incirca da un centinaio di persone…e una fiorente colonia di gatti randagi. “Randagi” per modo di dire: i locali credono che dar da mangiare ai gatti porti fortuna e ricchezza.
Il risultato è che i gatti superano di gran lunga il numero di abitanti, su un'isola che è diventata una specie di Mecca per i gattofili giapponesi. Il rispetto verso queste creature è tale che è praticamente proibito portare cani sull’isola; una sorta di regola non scritta, insomma.

Alcuni tra gli "abitanti" di Tashirojima, Giappone.

Tashirojima ospita vari santuari dedicati ai gatti e altrettanti monumenti ed edifici dalla forma felina. L’economia dell’isola dipende dalla pesca e (in larga parte) dal turismo dei tanti “gattofili” attirati sull’isola per osservare più da vicino i gatti semi-addomesticati.
L’isola non possiede banche, scuole, benzinai, ristoranti e il segnale è debole se provate a telefonare. Ci si arriva in 40 minuti di traghetto sulla Ajishima Line (che si prende dall’omonimo terminal dei traghetti), da Ishinomaki, città duramente colpita dallo Tsunami di quest’anno. A tal proposito, i gatti stanno bene, ma hanno bisogno del vostro aiuto.

Come aiutare i gatti di Tashirojima. Su lovemeow troverete tutti i suggerimenti su come donare alle associazioni benefiche che stanno cercando di aiutare i mici e i loro padroni, tra i quali la Japan Earthquake Animal Rescue and Support.

Edificio di Tashirojima, Giappone.

In Giappone, l’amore per il gatto – neko in giapponese – non ha confini. Un tempio in teramente dedicato ai gatti si trova a Senganen, nei pressi della più grande Kagoshima City; nell’estremo sud di Kyushu, a circa quattro ore di macchina da Nagasaki…ma per onorare la memoria del vostro felino, questo ed altro.

I proprietari dedicano al proprio gatto messaggi scritti su tasselli di legno e poi li appendono, in segno di affetto. In memoria del felino defunto, ma anche per onorare chi è ancora vivo e vegeto ed assicurargli un posticino comodo nell’aldilà.

Siamo comunque sicuri che tutti i mici vadano in paradiso.

Messaggi sui tasselli di legno di Senganen, Giappone.

Foto su AmusingPlanetTofugu e Digital Nomad.

Ecco altre foto:

Ingresso del Nyan Cafe, Tokyo.

Edificio a forma di gatto a Tashirojima, Giappone.