7/29/2011

Merry Cemetery, Romania: mete insolite

Se si parla del Merry Cemetery, in Romania, non si può fare a meno di ricordare la celebre Antologia di Spoon River, raccolta di epitaffi in versi che narra le vite degli abitanti del paese che “riposano sulla collina”.

Abbiamo già parlato della strada panoramica della Romania e dei suoi castelli di Dracula; tuttavia il Merry Cemetery è davvero qualcosa di unico nel suo genere.

Situato nell’estremo nord della Romania, a Săpânţa, il Merry Cemetery (letteralmente il “cimitero allegro” in italiano) è famoso al mondo per le decorazioni sulle sue tombe; dipinti ed iscrizioni che narrano la storia di chi vi è sepolto, in immagini e parole.

Merry Cemetery, in Romania
Merry Cemetery, Romania. Foto @Flickr mmcenery13
Non un tradizionale cimitero europeo, triste, cupo e solenne: il Merry Cemetery trasmette serenità ed allegria, dove la morte equivale ad un mero passaggio nell’aldilà, salutato quasi con gioia.

Le origini del cimitero sono legate a Stan Ioan Pătraş, cittadino di Săpânţa, che iniziò ad incidere le prima rime nel legno all’età di 14 anni; al momento della sua morte, avvenuta all’età di 77, Pătraş aveva già raccontato vita, morte e miracoli di ben suoi 800 compaesani. Gli epitaffi sono scritti in dialetto locale e le rime sono permeate da un’ironia secca e acuta. Proprio come l’Antologia di Spoon River, le lapidi tramandano la storia dei personaggi del villaggio, ricordando la loro professione, il modo in cui sono morti e aneddoti vari.
Merry Cemetery, tomba di un abitante di Săpânţa decapitato con una baionetta
Foto @AtlasObscura

Le tombe del Merry Cemetery, sono decorate da scenette dipinte sul legno con colori vivaci e motivi geometrici. Ogni colore simboleggia un sentimento: il blu speranza e libertà (presente in ogni sfondo), il giallo la fertilità, il verde la vita, il rosso la passione e il nero una morte violenta o inaspettata.
Le immagini sono scenette della vita quotidiana del defunto: un contadino su un trattore, un maestro seduto al suo tavolo, una casalinga che sbatte i panni. Gli epitaffi sono spesso in chiave ironica e non risparmiano nessuno, rivelando anche vizi e…gossip! Come ad esempio la seguente: "Ioan Toaderu amava i cavalli. C’era un’altra cosa che amava tanto. Sedersi al tavolo di un bar. Di fianco alla moglie di qualcun altro."

L’eccentrico Pătraş (che per altro scolpì la propria tomba prima di morire) ingaggiò degli assistenti per continuare la tradizione che lui stesso aveva iniziato. Dimitru Pop, uno degli apprendisti, continua la tradizione da tre decadi, immortalando pregi e difetti dei defunti del villaggio di Săpânţa, che conta una media di dieci morti l’anno.

L’umorismo dark di Pătraş non ha mai ricevuto lamentele. Pop afferma che sono le famiglie di Săpânţa a chiedere la verità, a volere una rappresentazione della vera vita dei defunti, pregi e difetti: dopo tutto, non è così che funziona l’amore? :)


Merry Cemetery @Flickr, Jos Mecklenfeld

Merry Cemetery, particolare di una tomba
Merry Cemetery. Foto @Flickr, mangy

Merry Cemetery, tomba di una ragazza investita da un taxi
Merry Cemetery. Storia triste di una ragazza investita da un taxi.

7/28/2011

Guida babbana ai luoghi di Harry Potter

Cineturismo in Gran Bretagna, sulle orme di Harry Potter


Harry Potter e i doni della morte, capitolo conclusivo dell’entusiasmante saga di JK Rowling, è uscito in contemporanea il 13 luglio nelle sale di 26 paesi diversi…e noi ci siamo chiesti: ma dove si troveranno gli splendidi luoghi che fanno da scenario alle avventure del mago più celebre al mondo?

Ebbene, non sono certo tutti quanti “immaginari”, ovvero frutto di elaborate scenografie.
Migliaia di fan ogni anno si muovono in Gran Bretagna per rivivere le emozioni dei film nei luoghi in cui sono stati girati, preda di un vero e proprio cineturismo – o “magiturismo” forse dovremmo dire?
Le location cinematografiche della saga di Harry Potter sono centinaia, sparse per tutto il Regno Unito: come se non bastasse, spesso gli edifici che vediamo nei film sono nella realtà composti da più riprese e “messi insieme” a mo’ di puzzle.

Niente ci fa pensare ad “Harry Potter” più dell’immagine del treno che si snoda tra le campagne inglesi e del vapore che sbuffa dalla locomotiva dell’Hogwarts Express. Il treno attraversa lo spettacolare viadotto di Glenfinnan, nell’omonima vallata: una spettacolare struttura alta trenta metri e formata da ventuno archi, sperduta nelle Highlands scozzesi. In "Harry Potter e la camera dei segreti" la scena spazia sulla locomotiva che attraversa il ponte, circondata dal verde: è lo stesso ponte che Harry e Ron attraversano con l’auto volante, prima di “schiantarsi” sul Platano Picchiatore.



Viadotto di Glennfinnan, nelle Highlands, in Scozia
Glenfinnan Viaduct, Scozia, foto @Wikipedia

Nella realtà. Se non siete stati così fortunati da salire sull’Hogwarts Express a York, nello Yorkshire, durante la “Wizard week” al National Railway Museum, non abbiate paura: “The Jacobite”, locomotiva (a diesel però!) parte della West Highland Railway Line, parte da Fort Williams e vi condurrà lungo un percorso panoramico da brivido, viadotto incluso!
Info a westcoastrailways.co.uk (in inglese)

Hogwarts Express in mostra a York, National Rails Museum
Hogwarts Express a York, nel National Rail Museum

Questa zona delle Highlands è stata utilizzata per molte scene girate all’aperto. Le campagne di Fort Williams fanno da sfondo per le entusiasmanti scene del Torneo Tremaghi.

Il castello di Alnwick, in Northumberland, è La Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, e senza dubbio la location più ambita dei fan. Il castello è la meta ideale per le famiglie, con i suoi party “Hogwartiani” organizzati dai gestori: lezioni di magia e persino broomstick classes, dove insegneranno ai bimbi come cavalcare una scopa volante! C’è persino la possibilità di incontrare il Cappello Parlante…

Tuttavia, gli interni di Hogwarts non appartengono a questo (seppur magnifico) castello, ma sono sparsi per tutta l’Inghilterra. I quadri che parlano, gli intricati labirinti di corridoi, i bagni che si allagano nella Camera dei Segreti sono tutti nella splendida Cattedrale di Gloucester, nell’omonima shire (la contea inglese del Gloucestershire).

Chi visiterà inoltre il Christ Church College di Oxford verrà colto da un improvviso senso di déjà-vù, una volta messo piede nella sala da pranzo: dipinti appesi alle parenti, antichi candelabri, camini, interni in legno e lunghi tavoli in quercia perfettamente lucidati…ecco la Sala Grande di Hogwarts, in tutto il suo splendore.

Sala Grande di Hogwarts, Christ Church di Oxford
Christ Church, sala grande. Foto @Flickr Brad Steels
Il Black Country Park, non lontano da Heathrow, a Londra, è stato utilzzato per le scene girate nella Foresta Proibita.

E la casa dei Dursley, i crudeli zii babbani di Harry? Sarete sorpresi di sapere che si tratta di una vera e propria casa, con tanto di proprietari. Privet Drive numero quattro si trova in realtà al numero 12 di Picket Post Close, alle spalle della foresta di Bracknell. Ecco l'immagine aerea.

Scena del film e casa dei Dursley
"Privet Drive" dal vivo, immagine tratta da Google Maps

Purtroppo la celebre Diagon Alley non è una strada vera e propria. Alcuni suoi punti, come l’entrata al Paiolo Magico (assai più oscuro il nome inglese, Leaky Cauldron), sono stati filmati al LeadenHall Market di Lime Street, a Londra. Tuttavia, l’ispirazione per questa location proviene senza dubbio da una vecchia strada di York chiamata The Shambles e chi ci è stato, soprattutto in inverno, sa bene il perché: una viuzza stretta che ospita negozietti tipici tradizionali per un’atmosfera veramente “magica”.

La celebre Piattaforma 9 e ¾ (nella realtà è la piattaforma numero 4) si trova invece alla stazione di King’s Cross, a Londra, dove ora c’è una targa commemorativa.

monumento commemorativo alla stazione di King's Cross di Londra, piattaforma 4
Piattaforma 9 e 3/4, King's Cross. Foto @Flickr broken watch

Ed ecco una splendida immagine notturna di The Shambles a York - quasi una Notturn Alley!

The Shambles, York
The Shambles, York
bell'immagine di The Shambles, a York, vista dall'alto
The Shambles dall'alto, York. Foto @Flickr doublejeopardy

7/19/2011

Borghi marinari italiani: tre borghi da vedere

Perché l’erba del vicino non è sempre la più verde, ecco a voi tre borghi italiani che vi lasceranno a bocca aperta.

Sardegna, Calabria e Puglia mantengono alta la propria bandiera, regalandoci tre dei borghi più belli d’Italia: Castelsardo, Scilla e Peschici.

Scilla, la Venezia del Sud. Un piccolo borgo arroccato su un monte a picco sul mare: questo paesaggio ha lasciato il segno nel cuore di tanti artisti, che di qui sono passati oppure ne hanno fatto la propria dimora.
Il borgo è talmente antico che la sua origine si perde nel mito della guerra di Troia. Il fascino inizia con il nome, che deriva dalla mitologia greca: secondo l’Odissea di Omero, Scilla era una bellissima fanciulla, tramutata in mostro per via della gelosia della maga Circe. Dopo la sua orrenda metamorfosi, Scilla si rifugia in una grotta sottomarina, causando morte e naufragi a chi attraversa lo stretto: da qui il mito di Scilla e Cariddi. La sua collocazione nello stretto di Messina non sorprende ed è quasi sicuramente dovuta alle sue correnti vorticose, che fin dalla notte dei tempi hanno inghiottito le imbarcazioni negli abissi del Tirreno.

Scilla
Scilla. Foto @Flickr nat_serrano

I suoi scorci sullo stretto, incorniciati dal profumo e dal porpora intenso degli oleandri, sono da cartolina. Il quartiere di Chianale ha valso a Scilla il soprannome di “piccola Venezia del sud”, per via delle pittoresche casette colorate a ridosso della costa, separate da viuzze tortuose.
Proprio per via di questa peculiarità, la balneazione lungo questo tratto di costa è limitata ad una piccola porzione di spiaggia; più facile fare il bagno nell’attigua Marina Grande, la “spiaggia delle Sirene”: un’insenatura protetta, separata dal Chianale dal Castello Ruffo, antica fortificazione a cavalcioni di una punta rocciosa.

Il porticciolo ospita ancora le spatare, pittoresche imbarcazioni impiegate nella pesca del pesce spada, prodotto tipico della zona.

Peschici, la perla del Gargano. Il Gargano, come ben si sa, è Parco Naturale e Peschici è il borgo capolavoro dal quale partire all’esplorazione. La particolarità di questo villaggio è la posizione strategica (come Scilla, abbarbicato su una rupe che si affaccia sul mare), unita alla straordinaria limpidezza delle acque (più volte Bandiera Blu insieme all’attigua spiaggia di Rodi Garganico) e al bianco accecante dell’abitato nelle giornate di sole.
Peschici, centro storico, casette bianche
Peschici. Foto @Flickr, destino2003

Il castello svevo, antica fortificazione di origine normanna, domina sulla città dall’altura; subito dopo l’antico nucleo del centro storico, dal quale si diramano le viuzze che scendono fino al mare: ed è tutto un sali e scendi di acciottolato, rampe di scale, archi di pietra, angoli nascosti che si rivelano nella loro bellezza al visitatore dopo brusche virate.

L’immagine di Peschici è legata ai celebri trabucchi di legno. Il trabucco è una caratteristica “palafitta” impiegata per la pesca, uno scheletro in legno all’apparenza fragile, che è in realtà prodotto dell’ingegno fenicio e dell’antica tradizione marinara del villaggio. Un insieme di pali, tenuti legati da funi e conficcati nella roccia, regge una rete calata in mezzo al mare: “il trabocchetto”.

Trabucco di Peschici
Spettacolare immagine di un trabucco di Peschici

Castelsardo, la rocca sul mare. Ultimo, ma non certo per bellezza o importanza, è Castelsardo.

Notoriamente uno dei borghi più belli d’Italia, anch’esso è arroccato su un promontorio roccioso; la posizione fortunata rese il paese una fortezza difensiva e un’impronta del suo passato glorioso è rappresentata dal castello e dai resti delle antiche mura di recinzione.
Il paese si arrampica su una collina, sulla cui cima siede il Castello, fortezza costruita dalla famiglia genovese dei Doria. A costo di cadere nel cliché del tipico resoconto di viaggio, dobbiamo per forza menzionare la vista mozzafiato sul Golfo dell’Asinara, riserva naturale protetta.

Castelsardo, panorama sul porticciolo
Castelsardo. Foto@Flickr Jedidi
Il centro storico è perfettamente conservato; osservando le anziane signore che intrecciano cestini di palma sedute sull’uscio di casa, sembra quasi che il tempo si sia fermato.

Nei pressi di Castelsardo troverete la celebre Roccia dell’Elefante, un’antichissima Domus de Janas (appunto a forma di elefante), le cui parete interne sono ricoperte di altrettanto antiche incisioni.

La gastronomia è uno dei punti forti di Castelsardo; il borgo marinaro fa onore alla sua tradizione presentando capolavori culinari a base di pesce: spaghetti ai ricci di mare ed aragosta su tutti.
Castelsardo, in Sardegna, di notte
Castelsardo "by night". Foto @Flickr crhistianmarongiu

Vi lasciamo, come di consueto, con una bella carrellata di immagini.
Scilla, provincia di Reggio Calabria
Scilla. Foto @Flickr joemolls

Spettacolare immagine di un trabucco di Peschici, nel Gargano, al tramonto
Peschici, trabucco. Foto @Flickr Samadhi_
Scorcio sul mare di Peschici, nel Gargano
Peschici. Foto @Flickr netCoco


7/14/2011

Londra insolita: panorami da “day after”

Il fascino di Londra non si discute: Samuel Johnson, letterato e filosofo, ha affermato che "chi è stanco di Londra, è stanco di vivere, perché a Londra c’è tutto quello che la vita può offrire".

Londra ci stupisce in ogni salsa: anche immaginata in uno scenario post apocalittico, devastata da incendi, inondazioni oppure invasioni aliene. E sono tanti gli artisti che continuano a scegliere Londra come “musa ispiratrice”.

Pochi si ricorderanno di un festival di nicchia come il London Festival of Architecture, svoltosi nell’ormai lontano 2008; ebbene, in una poco nota galleria d’arte di Clerkenwell, a Londra (Medcalfe Gallery, per la precisione) si è svolta una mostra che ha catturato l’attenzione degli appassionati del genere – nonché dei fanatici di tutto ciò che rappresenta “Londra”.

Gli artisti dello studio digitale Squint/Opera hanno creato una serie di immagini più uniche che rare: un tecnica mista che combina ritocchi digitali con fotografia tradizionale e modellazione 3D, ma con lo stile retrò dei pittori vittoriani e un tocco di steampunk.

Tipiche villette inglesi, post alluvione!

Londra non è più la stessa: è sconvolta da un’alluvione; la barriera del Tamigi non regge e l’acqua sommerge gran parte della città. Uno strato spesso di muschio ricopre qualsiasi cosa si trovi in superficie; le barche a remi e a vapore arrancano lente proprio sopra quelle che erano un tempo arterie intasate dal traffico; i londinesi si tuffano nella grande piscina della Cattedrale di Saint Paul e Canary Wharf diventa una nota zona di pescatori.

Scena pastorale a Canary Wharf

Questa Londra insolita stupisce per il realismo con cui sono stati rappresentati i cambiamenti alla geografia urbana e allo stile di vita londinese; tuttavia, è la tranquillità delle immagini che rimane impressa. Le scenette comunicano la serenità di un ritorno al passato, ad uno stile di vita libero dallo stress e dalla velocità. Quello che vediamo sono quadretti di vita quotidiana, in un’atmosfera quasi pastorale: una coppia scherza pescando tra le rovine di Canary Wharf; tutt’attorno, la natura si impadronisce lentamente della città.

Vi lasciamo con un’altra icona della capitale britannica, questa volta “a tema”.

Un bella e creativa rappresentazione di Londra dopo un’inondazione e il conseguente aumento del livello del mare (quattro metri), vista attraverso gli “occhi” dell’immortale mappa della Tube:

Mappa insolita della Tube londinese

Qualche altra bella immagine dello studio:


Tuffo nella Cattedrale di St. Paul, Londra

7/13/2011

Tokyo, la guida di un otaku!

Danny Choo è un inglese, nato e cresciuto nell’East End di Londra da genitori cinesi malesiani.

La sua “storia d’amore” con la cultura giapponese è iniziata con i videogame (il Sega Megadrive) e va avanti da quasi due decenni.

A Danny sono voluti più di quindici anni a Tokyo per svelare tutti i misteri di questa metropoli immensa ed impenetrabile, che è diventata la sua casa adottiva…e nel suo blog, uno dei più letti al mondo secondo Travelpod, ce la racconta dal suo punto di vista, che è quello di un otaku.

Maid a Akibahara, Tokyo. Foto @Flickr " off " raul-flakillo ©
L’otaku おたく da noi è l’appassionato di manga, anime e tutto ciò che è giapponese in generale. In Giappone, il termine è utilizzato per indicare qualcuno che nutre una passione eccessiva per qualcosa (non necessariamente i manga), che spesso porta la tal persona a trascurare la vita reale per quella virtuale…guida rapida visuale – Hiro Nakamura, l’attore della popolare serie televisiva Heroes che viaggia nel tempo: otaku; Takeshi Kaneshiro, non otaku.

Akihabara, un quartiere di Tokyo, rappresenta gli headquarter degli otaku: si vendono solo manga, anime e simili, più prodotti di elettronica; Danny racconta: “Akihabara ha tutto quello che ti serve se sei appassionato di elettronica o cosplay; se hai un giorno solo a disposizione per fare l’otaku, questo è il posto che fa per te. A pochi minuti a piedi dalla stazione della metro troverai dozzine e dozzine di negozi di gadget, modellini, manga, poster e action figure”.
Akihabara, Tokyo. Foto @Flickr aggi.

Akihabara, Tokyo. Foto @Flickr Masamitsu

Tuttavia, a Danny piace frequentare posti meno conosciuti: “C’è un posto chiamato Nakano Broadway. È un vecchio centro commerciale, immenso. Sugli scaffali del secondo e terzo piano sono ammassati poster, action figure e gadget vari, tutta merce ambita dagli otaku. C’è roba molto più rara di Akihabara”. Leggi l'articolo in inglese di Wired su Danny e la sua Tokyo.

Akihabara è il quartiere dei maid café, un fenomeno recente in Giappone: queste caffetterie sono pensate per una clientela otaku, dove le cameriere sono vestite in in maniera “fumettosa”, con gonne ampie e abbondanza di merletti, in un fenomeno molto simile al cosplay. Si tratta di un vero e proprio fenomeno culturale scoppiato in questi ultimi anni. Il primo maid café ha aperto nel 2001 e il trend spopola da allora.
Akihabara, Tokyo. Foto @Flickr kirkhamnick

Maid Café @home, ad Akibahara, Tokyo

Al Café @home, a pagamento, le cameriere disegnano sulla omelette forme kawaii


Foto @Miema
E c’è anche la controparte femminile dei maid café: i butler’s café! "Butler" in inglese vuol dire maggiordomo: questi café sono pensati per le otome (乙女, vuol dire letteralmente “fanciulla” in giapponese), sostantivo che designa gli otaku appartenenti al gentil sesso: i camerieri sono tutti occidentali e chiamano le ospiti “principesse”, accorrendo al suono di un campanellino!

Ecco l’incredibile annuncio del Butler’s Café: “cercasi personale”. Mentre i maid café sono popolari ad Akihabara, i butler’s café si concentrano prettamente nella zona di Ikebukuro, dove c’è una strada chiamata Otome Street. Qui ha aperto il celebre Swallowtail, il primo butler’s café di Tokyo, lussuoso ed accessibile solo tramite prenotazione. Verrete accolti e serviti da maggiordomi in livrea, che chiederanno il vostro permesso per ogni cosa e vi intratterranno in una piacevole conversazione.

A Ikebukuro non perdetevi il Sunshine City, un centro commerciale immenso dove il kawaii fa da padrone:

Sunshine City a Ikebukuro, Tokyo. Foto @muza-chan.net

Come arrivare ad Akihabara. Dalla stazione di Tokyo Station, ci vogliono tre minuti: prendete la JR Yamanote Line oppure la JR Keihin-Tohoku Line. Esplorate la strada principale Chuo Dori e lasciatevi guidare dall’istinto…oltre ai vari maid café, potrete mangiare nei più navigati “manga café”: caffetterie dove gli ospiti possono pranzare leggendo manga. Non perdetevi una visita al Mandarake, uno dei più grandi negozi di manga al mondo.

Come arrivare a Ikebukuro. Comodamente via metro: la fermata è la Ikebukero Station. Fermano qui la Marunouchi Line, la Yurakicho, la JR Yamanote e la JR Saikyo.

Sul sito di Danny Choo ci sono decine e decine di gallerie con foto bellissime, soprattutto di Tokyo. Ecco la bella serie A Week in Tokyo, gustatevela con calma!

Cameriera-cosplay ad Akibahara, Tokyo. Foto @Flickr Arne Kuilman
Costumi da cameriera in vendita a Akibahara, Tokyo. @Flickr Arne Kuilman

Foto @ Flickr Arne Kuilman

Ragazza maid ad Akibahara, Tokyo
Cameriera-cosplay ad Akibahara, Tokyo

7/12/2011

Zombie Apocalypse a Leicester!



Il consiglio comunale di Leicester afferma che la città non è pronta ad affrontare una zombie apocalypse...

Ed ecco che, un mese dopo (lo scorso giugno), un'orda di zombie si trascina barcollando per le vie del centro, per arrivare fino in comune. E non è uno scherzo!

Leicester è il centro principale delle East Midlands, nord est di Londra, capitale provinciale dell'omonima "shire" (Leicestershire).

Foto @metro.co.uk
Qualche mese fa, un gruppo di cittadini (servendosi di una Freedom of information request) aveva chiesto al consiglio cosa sarebbe successo in caso di un evento apocalittico - nello specifico, un attacco di zombie. Il comune, scherzando, aveva poi risposto che non esistevano particolari misure di emergenza a riguardo, poiché l'eventualità che tale avvenimento si verificasse erano assai scarse...

Foto @metro.co.uk
Ed ecco che i cittadini hanno controbattuto organizzando un vero e proprio flashmob (con tanto di evento su Facebook e tam tam sui vari social media): un'orda di zombie si è riversata nelle strade di Leicester e ha raggiunto il consiglio comunale, trascinandosi zoppicante per le vie del centro per poi accalcarsi contro le vetrine degli uffici del comune, emettendo i lamenti tipici dei non morti - "proprio come farebbero gli zombie veri", ha dichiarato uno dei partecipanti.


I cittadini di Leicester hanno usufruito di uno dei diritti fondamentali del popolo britannico, la Freedom of Information request - richiesta di accesso all'informazione. La legge dice che il governo britannico ha il dovere di fornire informazione su un particolare argomento a qualsiasi cittadino che ne faccia richiesta, a meno che esistano motivi validi per non farlo.

Non è la prima volta che si assiste ad un avvenimento curioso di questo tipo: molti di voi si ricorderanno degli avvistamenti dell'anno scorso, a Times Square (New York), Londra e Madrid, quando gli zombie sono spuntati per le vie del centro in occasione della promozione dello show televisivo "The Walking Dead".

Visitare Leicester


L'anima di Leicester rimane sempre legata al commercio: il suo mercato coperto è uno dei più grandi d'Europa nel suo genere. Si trova nel centro di Leicester ed ha più di 700 anni di storia alle spalle.

Se vi capita di passare di qui, non mancate di darvi un'occhiata. Tra più di 300 bancarelle, troverete di tutto: cibo, verdure e frutta fresca, ma anche vestiti, fiori e accessori.

A parte lo shopping, Leicester è anche famosa per le tante aree verdi - appena fuori città si estendono chilometri e chilometri di brughiera e foreste. Nel parco di Bradgate, tra le rovine della villa di Lady Jane Gray, potrete incontrare cervi e persino pavoni selvatici.

Vi lasciamo con qualche immagine del centro di Leicester:

Leicester 04
Centro dello shopping, Leicester

Images of Leicester
Edificio dell'Università di Leicester

Leicester Priory Memorial window
Vetrata della chiesa principale di Leicester, la Holy Cross Priory


Rose Garden,Abbey Park,Leicester
Giardino di rose ad Abbey Park, Leicester

Abbey Park, Leicester

Bell Tower, Abbey Park
Campanile di Abbey Park, Leicester

Castle Gardens, Leicester

7/11/2011

Pechino: tunnel sotterranei e labirinti




Un viaggio a Pechino non è cosa da tutti: men che meno lo è il camminare sotto la sua superficie e trovarvi un mondo quasi parallelo; oppure addentrarsi in un parco gigantesco e scoprirvi un antico labirinto.

La città parallela. Non stiamo parlando della metropolitana, ma di una parte di Pechino pressoché ignorata dai locali ed ambitissima dai turisti: una serie di tunnel e stanze costruite sotto la superficie di Pechino come rifugio antiatomico, ai tempi di Mao. Si tratta di un relitto del conflitto sino-sovietico della fine degli anni ’70, che qualcuno ha soprannominato “la Grande Muraglia Sotterranea”: dopo tutto, lo scopo ultimo è lo stesso della monumentale opera in superficie, ovvero la difesa dalla minaccia nemica.



Questa fitta rete di tunnel si chiama Beijing Underground City 北京地下城 . Per costruirli ci sono voluti dieci anni: dal 1969 al 1979 e ai lavori hanno preso parte un po’ tutti: uomini, donne e bambini. Si estende per più di 30 chilometri a 18 metri sotto terra e solo una piccola parte di essi è venne aperta alla visita dei turisti.
Foto @visitbeijingchina.com
Questi tunnel sono stati progettati per dare alloggio a circa trecentomila persone per quattro mesi di fila.

E cosa c’è nei tunnel? Tutto il necessario per condurre una vita normale: ristoranti, appartamenti, ospedali, scuole, sale di lettura, magazzini e persino aree adibite a “orti” sotterranei, in cui si coltivavano vegetali che necessitano di poca luce per crescere. C’è pure una pista di pattinaggio…

A Wangfujing 王府井, la strada dello shopping pechinese, i tunnel sono utilizzati dai negozi oppure dagli hotel. Xidan, un’altra zona molto popolare di Pechino, pullula di ristoranti sotterranei, la maggioranza dei quali serve cibo “alla moda” occidentale.

I sofisticati condotti di ventilazione sono stati progettati in modo da proteggere i cittadini da eventuali attacchi chimici: e la leggenda metropolitana dice che ogni pechinese ha una botola d’ingresso nel proprio giardino.

L’ingresso alla parte visitabile dei tunnel si trova in Qianmen 前门, a sud di piazza Tiananmen: sembra un negozietto qualsiasi. I tunnel hanno purtroppo chiuso qualche anno fa... Tuttavia, gli ingressi sono molti e sparsi per tutto il centro: con un po’ di tenacia, è tutt’altro che difficile trovare qualche guida “improvvisata” che vi ci farà entrare (al pari delle Catacombe parigine); chiaramente dietro lauto compenso...

Foto @chinaculturecenter.org

Foto @chinaculturecenter.org

Un bell'articolo sulla città sotterranea sul The Beijinger (in inglese però).

Il labirinto. Un viaggio a Pechino non sarebbe completo senza aver visto con i propri occhi le meraviglie del Palazzo d’Estate. La maggior parte dei turisti diverte verso il nuovo Palazzo d’Estate, trascurando il vecchio: ebbene, trovate il tempo di visitarlo e non ve ne pentirete.

 Il vecchio Palazzo d’Estate, in cinese万园之园 Yuan Ming Yuan, si trova a nord di Pechino ed è ricco di storia... è stato infatti il centro del celebre quanto infame “sacco”: le truppe congiunte di Gran Bretagna e Francia fecero irruzione nel palazzo e si resero colpevoli di saccheggi e distruzione.


Ecco perché del vecchio Palazzo d’Estate rimangono quasi solo rovine, sparse per un immenso parco selvaggio.

Antiche rovine ed una piacevole ed intrigante sorpresa: il labirinto di Huanghuazhen黄花阵 , letteralmente il labirinto dei fiori gialli. Anche questo bel labirinto fu distrutto dalle truppe dei colonizzatori occidentali, ma fu fortunatamente ricostruito.

Si tratta di un labirinto di pietra, che copre un’area di circa 90 e 60 metri, al cui centro si erge un padiglione bianco: si dice che l’imperatore si sedesse qui durante le celebrazioni della Festa di Primavera e facesse gareggiare le sue concubine nel labirinto. La vincitrice chiaramente raggiungeva il padiglione per prima e tutte quante dovevano reggere una lanterna gialla mentre correvano: da qui il nome del labirinto.